Se vuoi essere comunità, non puoi criticare se non ottieni un posto

La necessità di favorire una nuova militanza, più aperta e più laica

Letto 4888
Se vuoi essere comunità, non puoi criticare se non ottieni un posto

Posto che i diritti civili sono lo sfondo del Partito Democratico come dimostrato dal suo segretario anche negli anni di governo (ed un dipartimento apposito risulterebbe persino riduttivo), la questione su cui riflettere è anche un’altra: il PD che fatica ad essere una comunità.

La polemica che attraversa ogni decisione su nomine ed incarichi, puntualmente nasce dall’obiezione di chi si sente candidato a tutto.

Criticare chi critica diventa un’impresa quasi impossibile, pena l’accusa di “servilismo” a chi osa commentare diversamente e condividere, in questa fase, le scelte del segretario Dem. Come se fosse una colpa sostenere la visione di sempre, con passaggi utili a tenere insieme il partito. Erede di una tradizione fatta pure di bilancini che se scontentano per il metodo che rappresentano, talora sono necessari a garantire quel minimo di unità che permetta di andare avanti. Sulla base di un’impostazione solida e chiara e con ruoli (al di là di chi li ricopre) che alla fine incideranno meno di quanto si pensi, in un partito in continuo divenire.

Ma tant’è che il conflitto è sempre dietro l’angolo. Fomentato dagli interpreti di una politica dagli usi strumentali e personalizzata. In cui se ci sei va tutto bene, dove se resti fuori va tutto male.

A questo punto viene da chiedersi se la nostra sia una partecipazione cosciente. E se davvero basti dirsi del PD per animare la naturalezza di un confronto per quanto difficile.

Non è un caso che Matteo Renzi stia cercando di modificare il profilo della militanza Dem e dell’elettorato di riferimento. Allargando il campo degli interlocutori e consapevole che ad oggi c’è molta base che non sviluppa per altezza. Per il tenore di alcuni che all’improvviso mettono in discussione quanto condiviso negli ultimi tre anni, ridimensionando le stesse battaglie per cui, magari, si sono spesi.

Forse servirà altro tempo per dirci una comunità compiuta. Che lo sarà nella misura in cui saprà superare vecchie liturgie per un partito definitivamente aperto a tutto ciò che fin qui è rimasto fuori. Un mondo da esplorare senza la lente di una “ditta” che persiste nella mentalità di molti, anche se ti dici “renziano”, partecipi a tutte le Leopolda e dichiari guerra ad ogni conformismo in maniera quasi forzata. Uno stile disinvoltamente mitizzato da chi pensa che la rete sia l’unico luogo di vita, in una politica che forse ha bisogno anche di altre militanze.

Ma questo si potrà dire?

Letto 4888

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Emiliano Liberati

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Aggiornato al 31 marzo 2018

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