Roma è in ostaggio di un gruppo di fanatici peracottari

E’ ancora presto per dare un giudizio definitivo che potrà essere più completo verso primavera. Ma già se si mettono insieme una serie di fatti si capisce la pericolosa deriva immobilista verso cui la città rischia di essere trascinata. Perché, come ha detto Valeriani, il capogruppo alla Regione Lazio del PD, si comincia ad avere la certezza che la città è ostaggio di un gruppo di fanatici

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Roma è in ostaggio di un gruppo di fanatici peracottari

E’ sicuramente ancora presto per tirare un bilancio sulla azione della Giunta di Virginia Raggi, sua signora delle funivie.

Solo in primavera potrà essere tutto piu chiaro e potremo capire se sono in grado di governare. E il PD non deve fare l’errore di farsi prendere dalle ansie di prestazione.

Finora abbiamo assistito soltanto ad una serie di NO ed allo smantellamento di alcune grandi opere messe in cantiere dalle Giunte precedenti. Ma si avverte ancora in città il sostegno alla Giunta Raggi e il continuare della luna di miele.

Se qualcuno si azzarda ad elevare critiche spesso, anche normali cittadini, ti dicono “ma la volete far governare o no?” aggiungendo che hanno ricevuto una eredità disastrosa.

Su quest’ultimo punto hanno una qualche ragione perché negli ultimi 8 anni, i 5 di Alemanno ed i restanti di Marino la città non è stata certo ben governata.

Ma alcuni gravi contorni negativi del non governo Raggi della città si cominciano intravedere con scelte (o non scelte) che denunciano pressapochismo, dilettantismo, non conoscenza di come funziona una grande metropoli.

Ed ha ragione a mio avviso il capogruppo alla Regione Lazio Massimiliano Valeriani che commentando gli atteggiamenti amministrativi e le scelte dei 5 stelle ha detto: “comincio ad avere la certezza che la città è ostaggio di un gruppo di fanatici”.

Passi il NO alle Olimpiadi (sbagliato rinunciarvi ma la scelta ci sta tutta), passi il No allo stadio della Roma (anche qui un errore ma è nel diritto di chi governa dire NO), passi molto di meno anzi per nulla la scelta di fermare la linea C al Colosseo ritardandone il proseguimento in attesa di un altro fantasmagorico progetto che non passi per il centro storico (ma a che serve a Roma una metropolitana che non si ferma a piazza Venezia o giù di lì?) ma a parte queste grandi questioni che sono state per giorni sulle prime pagine dei giornali sono altri i fatti accaduti che danno il senso di una città da un lato non governata a e dall’altro affidata a dilettanti allo sbaraglio (a Roma li chiamiamo peracottari):

  1. Il Comune di Roma non utilizzerà il bonus asili nido del governo per problemi burocratici e quindi i bimbi romani saranno bimbi di serie B. E’ la prima volta che accade. Fino all’anno scorso il bonus voluto dal governo Renzi nella nostra città non sarà erogato. Mamme padri e bambini ringraziano.
  2. Il Comune di Roma ha lasciato scadere 24 milioni di fondi destinati dal Governo per il giubileo della Misericordia e finalizzati al rifacimento di strade e marciapiedi. Motociclisti, automobilisti e pedoni ringraziano.
  3. La sindaca, sua signora delle funivie, ha dichiarato in un audizione in Regione di non essere interessata alla devoluzioni di nuovi poteri alla Capitale così come previsto dalla legislazione nazionale. Cioè il Sindaco di Roma, l’unica metropoli italiana, rinuncia ad acquisire importanti poteri per governare meglio senza dover ogni volta rivolgersi ad altri enti. Hanno paura di se stessi
  4. Il Comune ha deciso di definanziare lo smantellamento della tangenziale est attorno alla stazione tiburtina per realizzare il piazzale davanti alla nuova Stazione che nelle intenzioni di FF.SS. dovrà diventare la prima stazione ferroviaria di Roma. Badate bene che non stiamo parlando della demolizione del tratto Prenestina/San Lorenzo che avrebbe delle conseguenze molto serie per un anno sul traffico della Prenestina che dovrebbe essere a lungo chiusa da piazzale Prenestino a Porta Maggiore sospendendo le corse dei tram, stiamo parlando invece di quel pezzo di tangenziale ormai reso inutile dalla costruzione del tunnel alternativo voluto dalla amministrazione Veltroni.

Ma insieme a queste scelte amministrative che pagheremo a lungo andare tutti, sia chi l’ha votata sia chi non l’ha votata, interrogativi pesanti (che si pongono anche Grillo e molti parlamentari romani dei 5 stelle) si addensano sul ruolo di un fedelissimo della Raggi, un tal Marra, in forze alla squadra di Alemanno prima e della Polverini poi in Regione Lazio messo a dirigere il personale del Comune ed uomo chiave della amministrazione (si dice che sia stata sua la regia che ha portato alle dimissioni dell’assessore al Bilancio originariamente prescelto).

Per descrivere la situazione usiamo le parole (“fili oscuri”) riportate dalla Stampa di Torino del 7 settembre scorso dette da Paolo Berdini Assessore all’urbanistica, un passato nel PCI poi nel PDS e poi urbanista di riferimento di Rifondazione e dei centri sociali fino all’innamoramento per la Raggi.

In quel periodo Berdini disse che «Marra è il punto di riferimento di questo grumo di potere che condiziona dalla nascita la vita della giunta Raggi. Per questo ho chiesto la sua testa. C’è qualcosa di opaco, dei fili oscuri che tengono imprigionata la Raggi, e sono difficili da identificare. Si capiscono o intuiscono ascoltando la prima dichiarazione di questo nuovo assessore al Bilancio, Raffaele De Dominicis, che ha detto anche in maniera improvvida di esser stato sponsorizzato dall’avvocato Sammarco. Perché la Raggi non taglia questi fili oscuri?».

Era il 7 settembre, tutto è rimasto come era allora e pure Berdini, che aveva minacciato le dimissioni, è rimasto al suo posto ma chi conosce Paolo sa che non è mai stato un cuor di leone.

Malgrado le pressioni fortissime ricevute dal M5S nazionale e romano la Raggi non ha obbedito e non solo se l’è tenuto ma ne ha anche promosso il fratello ad un importante incarico, credo, al turismo.

Per non parlare dei legami a filo doppio che uniscono sua signora delle funivie all’assessora all’ambiente Muraro, consulente ben pagata ad AMA negli ultimi dieci anni e persona di fiducia dell’ex Direttore Fiscon e di quel Panzironi condannato per la vicenda della parentopoli AMA, proveniente dagli ambienti della estrema destra romana e legatissimo all’ex Sindaco Alemanno.

Ma ai radar della politica cittadina sfugge ciò che sta accadendo nei Municipi che non solo sono amministrativamente paralizzati (solo un preavviso era stata la vicenda di questa estate quando per la prima volta sono saltati, dai tempi di Petroselli che li aveva creati, i soggiorni estivi per gli anziani che non possono permettersi una vacanza) ma anche occupati “manu militari” dal Movimento 5 stelle.

In alcuni Municipi la parte politica ha destinato a se stessa 2/3 piani delle sedi municipali diventando nei fatti sezioni del Movimento con persone non autorizzate (i militanti locali a 5 stelle) e senza ruolo amministrativo che utilizzano le stanze, i telefoni ed i computer.

Per non parlare di quel Municipio che ha organizzato la campagna elettorale per il NO al referendum dimenticando di essere una istituzione che deve rappresentare tutti e non solo una parte.

Dicevo all’inizio che è ancora presto per dare giudizi definitivi. Bisogna lasciarli lavorare. Ma da questi primi atti è evidente che se continuano così la nostra città si avvia verso una deriva che Roma non ha visto neanche ai tempi dei peggiori Sindaci democristiani.

Letto 6698

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Enzo Puro

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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