La mia resistenza

Come cercare di evitare la nascita di un sistema totalitario come ai tempi del fascismo

Letto 4238
La mia resistenza

Dobbiamo studiare una strategia comunicativa efficace per essere riconosciuti come un’alternativa valida all’attuale maggioranza.

I punti qualificanti sono già noti: Europeisti, innovatori, democratici, attenti ai più deboli, votati all’uguaglianza ed alle pari opportunità. Quello che manca è come comunicare la nostra “diversità”.

Non ci illudiamo che il nuovo governo non riesca a fare nulla di buono. Anzi, sono certo che alcune misure di impatto ci saranno. Troveranno i soldi per anticipare di qualche mese la pensione di anzianità, cambieranno nome al nostro reddito di inclusione dicendo che è la prima forma del loro reddito di cittadinanza, cambiandone qualche aspetto poco significativo.

Rafforzeranno le misure di pubblica sicurezza e, magari, semplificheranno quella giungla di salvaguardie legali che tengono fuori di galera dei delinquenti acclarati. Noi abbiamo perso 5 anni con un ministro incapace, loro troveranno il modo di adottare misure che incontreranno il favore della maggioranza dei cittadini.

Anche nella prevenzione ci saranno miglioramenti. Leggo, ad esempio, di iniziative per sgombrare campi rom abusivi. Saranno ben accolte, ovviamente. Noi non ne siamo stati in grado.

Questo discorso per dire che se la nostra strategia si focalizzerà solo ed esclusivamente sui previsti fallimenti di questo governo, rischiamo di stare all’opposizione a lungo.

Cosa suggerisco? Non è il mio mestiere, ma credo che sarà opportuno evidenziare il più possibile come le misure già adottate dai nostri governi, alla fine, sono state buone e sono tenute buone anche da chi ha chiesto i voti per abolirle.

Dovremo evidenziare la distanza tra quello che faranno, anche se buono, con quanto avevano dichiarato. E poi dovremo, secondo me, smascherare le loro bugie: non solo su quanto avevano promesso, ma su quanto avevano mentito relativamente alla nostra capacità di governo.

E dovremo andare a recuperare il consenso di chi è sempre e comunque, contro al potere. Di chi è sempre e comunque deluso, di chi pretende soluzioni ai propri problemi senza se e senza ma. E senza essere disposto a rinunciare a nulla.

In questo senso sarà importante il lavoro sulle periferie ed il lavoro a livello locale. Ma soprattutto la “presentabilità” delle nostre persone.

Basta con gente in politica da 30 o 40 anni, basta con gente che è conosciuta come chi ha contribuito a generare i disastri amministrativi e gestionali delle nostre città. Un esempio lampante è Roma. Il PD ha una nomea pessima per come, a livello di partito, ha gestito la città in passato. E non parlo di una buona amministrazione a nome Veltroni, parlo delle collusioni a livello più basso con sistemi speculativi locali che hanno gestito il potere per anni.

Serve aria nuova e fresca. Serve poter dire “io sono diverso, io sono orgogliosamente del PD”.

Senza tutto ciò non rappresenteremo un’alternativa credibile e non saremo barriera, nostro malgrado, alla nascita di un sistema totalitario come ai tempi del fascismo.

Letto 4238

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Marco Biondi

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Aggiornato al 31 marzo 2018

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