Una nuova stagione della lotta alla mafia

Dopo lo scandalo della gestione dei beni confiscati bisogna ricostruire un’antimafia civile

Letto 4410
Una nuova stagione della lotta alla mafia

In questi ultimi mesi è miseramente crollata tutta l'impalcatura del colorito e vociante carro dell'Antimafia da Spettacolo, lasciando impudicamente nudi quasi tutti i suoi attori.

Mi riferisco ovviamente alle mazzette della Gesap, la lotta senza quartiere dentro l'Assindustria siciliana e, cosa tragicamente più grave, l'affaire della gestione dei beni confiscati.

Tutto questo mentre solo i ciechi non si accorgono che la Mafia nella nostra terra è tutt’altro che sconfitta.

E’ ovvio che fatti come questi (lungi dal sorprendere e soddisfare chi pure ha avuto da anni la temerarietà di prevederli inascoltato) sono un TERRIBILE REGALO alla criminalità organizzata nel territorio e di tutto quel vasto e potente mondo che di cultura mafiosa si nutre e che dell’economia criminale si è giovato.

Basta leggere: Fiamme al pub di Ballarò da inaugurare e sequestrato al boss Nicchi . I mille segnali di volontà di rivincita che i mafiosi lanciano.

Basta fare attenzione (per chi non è distratto o ha perso la memoria) al fatto che molti personaggi, che oggi cavalcano la giusta indignazione per l’oscenità morale che questi scandali procurano, fanno finta di dimenticare che hanno curricoli da brivido che vorrebbero far dimenticare.

Insomma, chi ha memoria e coraggio, dovrebbe essere preoccupato per le condizioni sociali e culturali e di credibilità in cui oggi, in terra di Sicilia, versa la lotta alla mafia, il contrasto alla criminalità.

Non possiamo fare finta di niente: uccideremmo una seconda volta Pio La Torre e tutta la lunga lista di eroi veri che quella lotta la hanno fatta con passione e intelligenza. Quelli sono uomini che sono morti per noi e non elenchi da leggere nelle retoriche cerimonie a favore di telecamera!

E’ per questo che voglio sottolineare che, se questi scandali terribili sono venuti alla luce, è grazie all’intelligenza e al coraggio di moltissimi magistrati, poliziotti e semplici cittadini che non hanno fatto sconti, che hanno interpretato il loro ruolo come impegno civile e morale e non come piedistallo per carriere politiche o sottogovernative.

Insomma, con ogni garanzia e senza pre–giudizi, proseguano le indagini con rigore, ma intanto è necessario ricostruire completamente il tessuto sociale e organizzativo del contrasto alla Mafia.

E’ in questo senso che mi preoccupa e, penso, dovrebbe preoccupare tutti il silenzio della Politica e delle Istituzioni: il Governo Nazionale e Regionale non possono – al punto in cui siamo – tacere, non intervenire, non prendersi la responsabilità di rassicurare quei cittadini (che sono la maggioranza) che non accettano che la nostra Isola porti per sempre la croce della Mafia!

083 Dati social all'8 febbraio 2016


Letto 4410

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Giovanni Rosciglione

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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