È vero tutto quello che ci raccontano per demonizzare i vaccini?

Le argomentazioni che usa il fronte antivaccinista per sostenere le proprie (assurde) posizioni partono bene o male sempre dagli stessi assunti. Vediamole in dettaglio

Letto 4315
È vero tutto quello che ci raccontano per demonizzare i vaccini?

1) In Italia non c'è nessuna emergenza sanitaria.

FALSO! Dall’inizio del 2017, ovvero nei primi sei mesi dell’anno, in Italia sono stati registrati 4.617casi (ufficiali; quindi senza considerare quei casi che non essendo stati ricoverati in ospedale non raggiungono i canali della notifica) con 4 decessi e il 90% dei casi sono stati registrati in sette regioni italiane (Piemonte, Lazio, Lombardia, Toscana, Abruzzo, Veneto e Sicilia) con le più basse percentuali di vaccinazione. Inoltre l'88% dei casi era non vaccinato e il 6% ha ricevuto solo una dose di vaccino. Sono compresi nel computo anche 302 casi tra gli operatori sanitari.

Giusto per chiarezza il morbillo non è una malattia banale; in un caso su mille il virus può invadere il SNC determinando una encefalite lenta (tecnicamente si chiama PESS: Panencefalite Subacuta Sclerosante) che si manifesta dopo molti anni dall’infezione primaria. Ora, oltre 4000 casi in soli nove mesi rappresentano una emergenza sanitaria!

2) È un decreto scritto dalle case farmaceutiche, la Lorenzin non ha nessuna competenza sul tema.

Partiamo dal fatto che il ruolo istituzionale del Ministro della salute non è avere competenza ma mettere in atto provvedimenti legislativi a tutela della salute pubblica. Competenti, semmai, devono essere i tecnici cui la Ministro fa riferimento. E lo sono.

Poi c’è da smentire categoricamente questa banalità del “guadagno” delle case farmaceutiche. Scopo dell’industria farmaceutica è, semmai, progettare farmaci che si debbano assumere cronicamente, per tutta la vita (per esempio i farmaci per l’ipertensione arteriosa o per il diabete). I vaccini, spezzando la catena di contagio, riducono drasticamente i guadagni delle case farmaceutiche, non li fanno aumentare

3) Se le vaccinazioni fossero in calo il decreto al limite avrebbe dovuto contenere l'obbligo assoluto sui 4 vaccini che vengono elusi (e non si dovrebbe).

Le vaccinazioni sono oggettivamente in calo e questo giustifica ampiamente il ricorso alla decretazione d’urgenza. Le vaccinazioni obbligatorie in Italia fino a ieri erano appunto 4 (Difterite, Tetano, Poliomielite ed Epatite B). La “libertà vaccinale” invocata da Imposimato ha determinato il calo dell’immunità di gregge che protegge anche i non vaccinati per motivi seri e clinicamente evidenti. Mi dispiace richiamare alla memoria il caso del bambino deceduto per morbillo in quanto non vaccinato perché affetto da leucemia e contagiato dai fratelli non vaccinati per scelta dei genitori; ecco, se i fratellini di quel bambino meno fortunato fossero stati vaccinati probabilmente non avrebbero contratto il morbillo e non avrebbero contagiato il fratello.

4) La concentrazione di Alluminio (elemento indispensabile come eccipiente). Il fronte NoVax sostiene che nelle 3 vaccinazioni con esavalente sarebbero somministrate dosi 75 volte superiori a quelle massime.

Vediamo se è vero.

La quantità totale di Alluminio somministrato coi vaccini (ovvero per l’insieme di tutte le prime dosi e per tutti i richiami) è 4,835 milligrammi.

Partiamo, però da alcune premesse indispensabili per comprendere gli argomenti portati sul banco degli imputati soprattutto dal più duro portavoce (nonché il meno competente) del fronte NoVax, Ferdinando Imposimato. Primo: La tossicità da alluminio riguarda quasi esclusivamente gruppi ristretti di persone con una funzionalità renale gravemente compromessa (per esempio chi è sotto dialisi) o ancora immatura (i bambini nati prematuri) e questi soggetti, risultando ammalati, normalmente non sono vaccinati ma beneficiano dell’immunità di gregge. Secondo: è stato stimato, che quando un bambino nasce, il contenuto totale di alluminio del suo corpo è circa 384 microgrammi (1 microgrammo è la milionesima parte di un grammo), cioè 0,4 milligrammi. Poi, giorno per giorno, riceve piccole dosi di alluminio attraverso il latte. Alcuni potrebbero obiettare che un conto è l’assorbimento gastrico dell’alluminio e tutt’altro quello parenterale, ovvero la dose direttamente somministrata per via intramuscolare. Più che corretto, ma, in realtà l’assorbimento intramuscolare è di molto inferiore a quello gastrico e, per giunta, non avviene immediatamente in quanto l’alluminio contenuto nei vaccini è stato messo proprio perché “rallenta” l’assorbimento degli antigeni vaccinali in modo da sottoporre il sistema immunitario a una stimolazione prolungata e quindi più efficace. I due sali di alluminio iniettati per via intramuscolare sono l’idrossido e il fosfato di alluminio; entrambi questi sali sono gel poco solubili per cui, una volta iniettati, rimangono nel sito dell’inoculo a lungo e rilasciano lentamente gli antigeni. Gli ioni di alluminio che vengono assorbiti perché si legano al citrato presente nella componente interstiziale (cioè nel liquido presente tra le cellule) e che diventando solubili, vengono poi rapidamente eliminati con le urine.

In ogni caso, così come stabilito dal Joint FAO/WHO Expert Committee on Food Additives, l’alluminio presente negli alimenti (introdotto in forma solubile e quindi assorbito dall’organismo) non deve superare la dose di 1 mg per peso corporeo ogni settimana. Attenzione, però; il JECFA ha stabilito questa dose con ampio margine di sicurezza e, comunque, per forme assorbibili di alluminio. Quello contenuto nei vaccini, come abbiamo visto, invece non lo è!

Inoltre il Paul Ehrlich Institut (PEI), l'organismo governativo tedesco che si occupa della sicurezza e l'approvazione dei farmaci, ha redatto un documento sui medicinali per il trattamento della desensibilizzazione allergica i quali contengono come adiuvanti i sali di alluminio (e che quindi sono perfettamente paragonabili alle vaccinazioni sia come tipo di composti che come modalità di somministrazione) stabilendo che la terapia desensibilizzante per le persone allergiche aggiunge, in tre anni di trattamento, 0,24 mg totali alla quantità di alluminio normalmente assorbita da un individuo in tutta la vita che è, complessivamente, di 35 mg.

Seguendo le indicazioni del calendario vaccinale un bambino italiano riceve nel primo anno di vita: 3 dosi di esavalente che contiene 0,82 mg Al3+ a dose = 2,46 mg; 3 dosi di antipneumococco che contiene 0,125 mg di Al3+ a dose = 0,375 mg; 4 dosi di anti-meningococco B che contiene 0,500 mg di Al3+ a dose = 2 mg (questi sono gli unici vaccini che contengono alluminio). Utilizzando l’algoritmo di calcolo per l’assorbimento elaborato dal PEI, l’organismo tedesco detto prima, che valuta intorno al 2% l’assorbimento dell’alluminio inoculato per via parenterale, si arriva a circa 0,1 mg {[(2,46+0,375+2,00) x 2 : 100] = 0,0967 mg}. Di tale dose complessivamente introdotta soltanto l’1% si depositerebbe nel sistema nervoso centrale, ovvero 0,001 mg mentre nel resto dell’organismo (osso soprattutto) se ne immagazzinerebbe il 50%, ovvero 0,05 mg.

Come si vede stiamo parlando, dati e calcoli alla mano, di dosi irrisorie!

5) Le reazioni anafilattiche

Luc Montagnier (Nobel per la medicina nel 2008), correttamente, avverte che il rischio dei vaccini è la reazione anafilattica legata soprattutto alla presenza degli eccipienti (da notare, non per la presenza degli antigeni – ovvero la parte “attiva” dei vaccini – ma per gli eccipienti, ovvero tutte le sostanze che veicolano il farmaco-vaccino). Ora, le reazioni allergiche ai vaccini esistono, è vero; questa è la ragione per cui i vaccini sono eseguiti nei centri deputati e non in autosomministrazione giacché il personale addetto è preparato per fronteggiare queste eventuali reazioni che, comunque, globalmente sono infinitesimali.

Queste sono le principali argomentazioni pseudoscientifiche sulle quali si basa la lotta senza quartiere ai vaccini.

Semplicemente ridicolo!

Letto 4315

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Fabrizio Pulvirenti

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Aggiornato al 31 marzo 2018

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