In affettuoso e rispettoso dissenso da Walter Veltroni e Giorgio Napolitano

Perché dissento da Veltroni e Napolitano. Le giustissime petizioni di principio irrealizzabili hanno da sempre disseminato la storia delle sconfitte della sinistra. Il PD potrebbe certo alla Camera impedire l’approvazione del tedescum ma la conseguenza non sarebbe il ritorno al maggioritario ed alla governabilità sicura bensì il proporzionalismo pesante dei due consultelli. Tertium non datur. Fino a prova contraria l’orizzonte delle alleanze del PD è il centrosinistra, come dicono tutti i massimi dirigenti del PD. Anche ai tempi del patto del Nazareno si diceva che dietro c’era un patto oscuro per il Quirinale

Letto 4636
In affettuoso e rispettoso dissenso da Walter Veltroni e Giorgio Napolitano

Walter Veltroni e Giorgio Napolitano sono due compagni che appartengono alla mia storia politica.

Ho più consonanza con le idee di Walter, forse a causa anche della conoscenza personale e dell’età (siamo entrambi del 1955). Di Napolitano ho stima ma l’ho sempre considerato troppo politicista, freddo, anche se, con il senno del poi, bisogna riconoscere che nella polemica interna al PCI le sue posizioni erano quelle giuste (nel solco della linea e delle elaborazioni di Giorgio Amendola).

Per questo trovo faticoso in questi giorni dissentire fortemente da loro.

Walter molto prima di tutti noi aveva intuito che la strada da seguire per la vecchia sinistra era quella di rinnovarsi completamente nei suoi paradigmi interpretativi. Lo consideravamo un sognatore quando ci parlava di Partito Democratico e di John e Bob Kennedy o quando scrisse la prefazione alla traduzione italiana di un libro scritto da un allora sconosciuto politico americano che si chiamava Barak Obama.

Per molti di noi non fu facile capire il suo pensiero affascinati come eravamo dai vecchi retaggi dentro cui ci incatenava un affabulatore come Massimo D’Alema, politicamente molto diverso da Walter.

Io lo capii quando cominciai a vederlo in azione come Sindaco di Roma, a lavorarci insieme, un azione in cui si univano lo slancio ideale e la passione per il particolare minuto della vita di una città, il tentativo di rammendare quotidianamente un tessuto sociale sfilacciato dalle turbine della globalizzazione solo finanziaria e il tentativo di rilanciare Roma come capitale del mondo. E lo capii soprattutto quando mi accorsi che non c’era distanza tra il suo essere politico e la sua cifra profonda di essere umano.

E ci entusiasmammo alla fondazione del PD.

Restammo delusi quando rifiutò di combattere contro i soliti nemici interni e se ne andò lasciandoci in mano alla Ditta verso cui ci spinse in assenza di ogni sua iniziativa politica. E gli anni di Bersani furono per me emotivamente duri, perché sapevo che Bersani era stato l’accoltellatore di Walter ma volevo anche che il PD non si disintegrasse ed il centralismo democratico che ho incistato nelle mie sinapsi neuronali mi portò fino al 2013 a sostenere l’omino di Bettola.

Ecco credo che Walter Veltroni sia stato e sia l’uomo politico più vero, innovativo che ci sia in Italia, l’unico con lo sguardo sempre rivolto al futuro. Ed è per questo che faccio fatica ad esprimere il mio dissenso da lui in questi giorni.

Con Napolitano è un'altra storia. Non sento questo afflato che ho con Veltroni, lo sento distante e, pur avendone rispetto, considero la sua concezione della politica ancora legata a vecchi schemi ed a vecchi paradigmi. Grande rispetto e gratitudine per quello che ha fatto da Presidente della Repubblica, per aver salvato il nostro paese da un impasse istituzionale gravissimo, accettando di svolgere un irrituale secondo mandato.

Sulla questione della nuova legge elettorale però dissento profondamente ed anche sulla contrarietà a prescindere ad andare al voto (tipica del pensiero di Napolitano).

Dissento perché le giuste considerazioni sugli effetti nefasti del proporzionale nascondono quella che però è la verità e cioè che non stiamo andando a sostituire una legge maggioritaria con una legge proporzionale ma andiamo a sostituire la legge vigente, ultra proporzionale, che consiste nei due consultellum, uno per la Camera ed uno per il Senato.

Il dato che Veltroni sa, e che dovrebbe sapere anche Napolitano, è di una evidenza cristallina: gli azionisti maggiori della accozzaglia del NO, Grilini e Berlusconi, sono nettamente contrari ad una legge maggioritaria, i grillini perché sperano di spingere dopo il voto il PD in una grande coalizione con Forza Italia lucrando poi elettoralmente, Berlusconi perché spera nella grande coalizione per tornare a giocare una sua partita politica.

La domanda che faccio a Veltroni ed a Napolitano (ed anche a Prodi del quale però mi interessa poco, non ho mai avuto affetto o stima nei suoi confronti) è molto semplice: può essere sventato questo tentativo?

Anche la risposta è molto semplice ma drammatica: NO, NON PUO’ ESSERE SVENTATO.

Il PD potrebbe certo alla Camera impedire l’approvazione del tedescum ma la conseguenza non sarebbe il ritorno al maggioritario ed alla governabilità sicura bensì il proporzionalismo pesante dei due consultelli.

Tertium caro Walter e caro Giorgio, non datur.

E se la ricognizione dei rapporti di forza è questa allora conviene (se l’accordo tiene) che il PD faccia la propria parte nella approvazione del tedesco e per due buoni motivi 1) rispondere all’appello di Mattarella per uniformare i sistemi di voto tra Camera e Senato che oggi con i consultelli sono completamente diversi 2) dare al paese una legge elettorale condivisa dall’80% delle forze parlamentari e sarebbe la prima volta che accade dopo tantissimi anni (dove stanno quelli che predicavano che le leggi elettorali si fanno insieme?).

Quelle di Walter e Giorgio sono nobilissime petizioni di principio, giuste preoccupazioni per la governabilità, ma come ben sanno due riformisti del loro calibro la storia delle sconfitte della sinistra è disseminata da petizioni di principio irrealizzabili.

C’è il tema poi delle elezioni anticipate e delle alleanze (le masse popolari nei bar e nei mercati e negli opifici non parlano d’altro, soprattutto delle alleanze!!!).

Pur sapendo che sono questioni che riguardano una ristretta élite autoreferenziale esprimo ugualmente la mia opinione.

Da giorni ormai Matteo Renzi e l’Intero gruppo dirigente del PD vanno ripetendo che, pur non considerando un dramma le elezioni anticipate, la priorità va alla approvazione di una legge di Bilancio per il 2018, fatta dal governo Gentiloni e in continuità con le politiche per la crescita del governo Renzi.

Malgrado queste dichiarazioni molto nette i giornali continuano a dare per certo le elezioni anticipate fissandone addirittura il periodo a fine settembre. E ricamando sulla presunta inaffidabilità di Renzi.

Ma è lo stesso Presidente emerito Napolitano che parla addirittura di patto abnorme che ha alla base un accordo per votare prima.

Questa roba mi sembra come la bufala che circolò sui giornali e nei retroscena all’epoca del Patto del Nazareno quando si fantasticava di accordi segreti tra Renzi e Berlusconi per il Quirinale. Sappiamo tutti come andarono invece poi i fatti.

Che lo facciano i retroscenisti dei quotidiani lo possiamo capire, servono ad aumentare le vendite dei loro prodotti, ma che lo dica anche Giorgio Napolitano mi meraviglia.

Giorgio Napolitano sa inoltre meglio di chiunque altro che Matteo Renzi ha il merito di aver preso per mano una legislatura nata morta (la non vittoria di Bersani, le umiliazioni in streaming, i 101, la sua rielezione forzata, il governo del rinvio continuo e di coalizione presieduto da Enrico Letta) e di averla salvata portandola ad essere la legislatura più produttiva della seconda Repubblica (scorrere l’elenco alla fine di questo mio articolo).

Mancano pochi mesi alla fine della legislatura. Oggettivamente quale catastrofe si abbatterebbe sul nostro paese sia se la legislatura arrivasse fino alla fine sia se, per qualche incidente parlamentare, essa dovesse finire a breve?

Con tutto il rispetto la bordata di Napolitano, che i giornali hanno amplificato, è troppo sovradimensionata rispetto all’obiettivo. A meno che essa non segni il passaggio definitivo di uno degli ultimi riformisti del PCI rimasti sulla sponda delle vecchie élite impaurite dalle riforme fatte da Matteo Renzi e da quelle che preannuncia.

Poi c’è la polemica sulle alleanze. Una polemica completamente sganciata dalla realtà.

E che non tiene conto di quello che da giorni il gruppo dirigente del PD va dicendo, da Renzi stesso a Martina, da Richetti a Guerini fino a Rosato. E cioè che l’orizzonte delle alleanze del PD è il centrosinistra. E che il PD non lavora per una alleanza strategica con Berlusconi.

Obiettivo difficile da raggiungere sia con il tedesco sia, se il tedesco non dovesse passare, con la legge vigente dei due consultelli.

Ed è per questo che un gruppo dirigente che si rispetti di fronte a queste obiettive difficoltà deve chiedere, quando presto o tardi si voterà, con forza un voto per il PD che vada oltre le aspettative, un voto utile ad evitare la minaccia o di tornare al voto o di nuove grandi coalizioni.

Perché è evidente che se il centrosinistra non raggiungesse la maggioranza assoluta di Parlamentari le possibilità sarebbero tre, una grande coalizione tra centrodestra e Grillo, un'altra tra centrodestra e PD, una terza che prevede come in Spagna di tornare al voto a ripetizione.

Ma questa è una questione che con il proporzionale (ripeto tedescum o cunsultellum che sia) si vedrà dopo e non prima che il popolo sovrano ha votato. Ed è qui, dopo il voto, che su una delle 2 opzioni possibili per il PD (ritornare al voto o grande coalizione), forse Matteo Renzi dovrebbe dire subito che a scegliere saranno gli iscritti al PD con una consultazione nei circoli, come avviene ad esempio nella socialdemocrazia tedesca.

E pensare che ad evitare tutto questo bastava un SI.

PS: ELENCO DELLE LEGGI VARATE DA UN PARLAMENTO TRA I PIU’ PRODUTTIVI DELLA SECONDA REPUBBLICA.

  • Pene più dure per il voto di scambio
  • Introduzione del reato di autoriciclaggio
  • Decreto legge sul sovraffollamento carcerario
  • Reato di scambio politico mafioso
  • Chiusura ospedali psichiatrici giudiziari
  • Legge per smaltire gli arretrati della giustizia civile
  • Emersione e rientro dei capitali all’estero.
  • Responsabilità civile dei magistrati
  • Pieni poteri, risorse e personale alla autorità anticorruzione di Raffaele Cantone
  • Introduzione nel codice penale di 5 nuovi delitti contro l’ambiente
  • Anticorruzione e pene più dure per i reati di corruzione e recupero delle somme
  • Reintroduzione del falso in bilancio come reato penalmente perseguibile
  • Riforma del codice degli appalti più trasparenza più controlli più sanzioni 2016
  • Introdotto reato di omicidio stradale
  • Introduzione del reato di negazionismo
  • Introduzione reato di frode processuale e depistaggio
  • Legge per il contrasto al caporalato ed al lavoro nero in agricoltura.
  • Legge sulla efficienza degli uffici giudiziari
  • Unioni civili tra persone dello stesso sesso
  • Divorzio breve
  • Equilibrio di genere nella rappresentanza tra donne e uomini nei consigli regionali
  • Riforma pubblica amministrazione e decreti attuativi con lo stanziamento dopo 10 anni per il rinnovo del contratto di lavoro e la fine del Precariato nella PA.
  • Jobs act e decreti attuativi comprendenti:
    • la riforma dell’apprendistato,
    • la riforma degli ammortizzatori sociali a conclusione del rapporto di lavoro e il contratto di ricollocazione, Naspi (Nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego), Dis-Coll (indennità di disoccupazione per i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa),
    • l’assegno di disoccupazione (ASDI), che fornisce un reddito sino a sei mesi ai beneficiari di NASpI con figli minori o ultracinquantacinquenni che esauriscono il sussidio senza avere trovato lavoro e hanno un ISEE inferiore a 5.000 euro all’anno
    • la tutela della maternità e di conciliazione tra lavoro e famiglia, le misure di conciliazione dei tempi di cura, di vita e di lavoro (tra le quali l’estensione del congedo parentale);
    • il fondo per le politiche attive del lavoro, riordino della normativa riguardante i servizi per il lavoro e di politiche attive,
    • la fine delle dimissioni in bianco
  • Jobs act per autonomi, più diritti alle partite IVA
  • Assunzioni di oltre 100.000 nuovi insegnanti nella scuola pubblica e approvazione dei decreti attuativi della Buona scuola:
    • Formazione e ruoli dei docenti della scuola secondaria e tecnica
    • Promozione della cultura umanistica e sostegno della creatività
    • Revisione dei percorsi dell'istruzione professionale
    • Esami di Stato per il primo e secondo ciclo
    • Effettività del diritto allo studio
    • Scuola italiana all'estero
    • Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni
    • Promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità
  • Riforma delle banche popolari
  • Riforme banche credito cooperativo
  • Decreto Irpef 80 euro in busta paga ai lavoratori dipendenti
  • Eliminazione IMU prima casa eccetto ville e castelli
  • Esenzione dell’IMU per i terreni agricoli e per i macchinari imbullonati
  • Abolita Equitalia
  • Varati interventi positivi per chi ha cuore il rilancio degli investimenti e della produttività come ad esempio:
    • il taglio dell’Ires dal 27,5 percento al 24;
    • la creazione dell’Iri al 24 percento;
    • le misure su contrattazione e welfare aziendale,
    • il super-ammortamento per l’acquisto di beni strumentali;
    • l’iper-ammortamento di Industria 4.0
  • Legge delega su pensioni ed approvazione APE social per anticipo pensione lavori usuranti (messa in mora della Fornero)
  • Ottava salvaguardia esodati ampliata ed Opzione Donna estesa alle lavoratrici nate nell’ultimo trimestre del 1958, nonché cumulo gratuito dei contributi anche per i professionisti iscritti agli ordini
  • Prima legge nazionale sull’autismo
  • Continuità affettiva e corsia preferenziale per l’adozione per chi ha minori in affido
  • Fondo sociale per l’occupazione e la formazione
  • Riforma del terzo settore
  • Legge sul dopo di noi
  • Legge sugli sprechi alimentari
  • Destinati 960 euro all’anno per la nascita dei figli
  • 1.000 euro all'anno, corrisposti in 11 mensilità, per il pagamento delle rette dell'asilo nido
  • Voucher asilo nido e baby sitter un'agevolazione di 600 euro al mese (totale 3.600 euro) per sei mesi massimi che spetta alle mamme lavoratrici dipendenti o iscritte alla gestione separata INPS che tornano al lavoro dopo la maternità obbligatoria
  • Ampliati i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in cui rientreranno la diagnosi precoce, la cura ed il trattamento individualizzato dei soggetti.
  • Incrementato il Fondo Sanitario Nazionale di 2 miliardi, in modo da portarlo a 114 miliardi nel 2017 e 115 miliardi entro il 2019.
  • Finanziato il Nuovo Piano Nazionale Vaccini con 413 milioni di spesa vincolata negli anni 2017-2019.
  • Nel 2017 destinati 1,9 miliardi per il rinnovo dei contratti nel Ssn e previsto un Fondo vincolato di 75 milioni per il 2017 e di 150 milioni a decorrere dal 2018 per l’assunzione e la stabilizzazione del personale Ssn
  • Con il reddito di inclusione per la prima volta, ci sono risorse strutturali – 1,8 miliardi a regime – per il contrasto alla povertà
  • Decreto cultura art bonus turismo
  • Riforma dei Musei e delle aree archeologiche (malgrado i TAR)
  • I luoghi della cultura come servizi pubblici essenziali
  • Nuova disciplina del cinema e dell’audiovisivo
  • Destinati 500 euro per le spese culturali dei diciottenni
  • Tutela e valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare
  • Decreto scuole belle
  • Individuato un fondo pluriennale per un grande piano di investimenti pubblici,47 mld in 15 anni di infrastrutture e opere per il nostro Paese
  • Dato vita ad un fondo periferie e ad un bando nazionale (finanziato ad esempio l’abbattimento delle Vele di Scampia a Napoli
  • Finanziata la bonifica della terra dei fuochi, dell’area di Bagnoli e di quella dell’Ilva di Taranto.

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Enzo Puro

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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