Smontiamo la bufala del PD in crisi

Come i media determinano il voto degli Italiani

Letto 9733
Smontiamo la bufala del PD in crisi

All’inizio, la storia ci racconta che due giornalisti fanno soldi a palate con un libro e inizia il mito de LA CASTA. Un comico che aveva intrapreso la stessa strada ne approfitta, si inserisce e crea un vero potere.

No, non è un complotto, sono interessi, sono affari, sporchi e luridi affari. Demonizzare la politica rende e rende bene. Lo aveva già dimostrato Berlusconi facendosi passare per l’imprenditore di successo prestato alla politica ma allergico al “teatrino della politica”. Tutti hanno dimostrato che una volta entrati, hanno usato le stesse pratiche di sempre, nessuno ha aperto scatolette di tonno.

Tutti assieme comunque sono riusciti nell’intento di demonizzare, e abbattere la politica, ma quello era il mezzo, il loro obiettivo era fare affari.

Poi arrivò un guastafeste. Non aveva alcun interesse personale da seguire, però il marciume Italiano, i privilegi, le corporazioni, le storture della politica, gli inciuci, voleva combatterli veramente.

Andava fermato e così fu. Tutto lo scibile non si preoccupò più de La Casta, dei privilegi, dei fascisti, dei razzisti quelli veri, dei corrotti e dei corruttori. Tutti assieme appassionatamente contro il ragazzo fiorentino che aveva osato tanto.

La stampa, i media, tutti uniti con la congrega, tutti compatti contro il toscanaccio. Tutti per affari? Sì tutti, chi per interessi diretti, chi perché … “addosso all’untore” paga in termini di audience.

Con questo sistema si è pompato un movimento, si sono mandati nei luoghi più alti delle istituzioni persone a cui nel mondo civile non si sarebbe dato nemmeno un portierato di un piccolo condominio. Quando iniziò la campagna elettorale del Comune di Roma, del 2016, molti in Italia e nel mondo mai avrebbero pensato che veramente sarebbe potuta diventare Sindaco della Capitale Italiana, una che non aveva mai fatto nulla in vita sua.

Invece i media pompavano, la davano vincente quando non era nemmeno all’ultimo posto.

In una delle tante interviste che noi abbiamo fatto nel 2017, per testimoniare, cosa stava succedendo veramente nelle periferie, c’è una breve frase di risposta, due parole, “quando si votavano i 5 stelle”. Il messaggio che era arrivato alle periferie, alle “masse” come si diceva una volta, non era che si votava, era che si votavano i 5 stelle.

Perché lo ricordiamo oggi?

Perché accade la stessa cosa. I media uniti stanno da mesi bombardando il Pd, che non esiste più, che si sta disintegrando, che ormai è finito.

In realtà è l’unico partito rimasto, l’unico organizzato, l’unico presente su ogni territorio, l’unico che quando chiama i propri militanti riempie le piazze di tutta l’Italia, l’unico che riesce a far devolvere il 2×1000 da 500.000 persone. L’unico che riesce a fare uscire di casa 2 milioni di persone, fargli fare code interminabili e pagare 2 euro, per eleggere il proprio segretario.

Il movimento pompato da tutti i media, riesce a coinvolgere 37.000 persone che devono solo premere il ditino comodi dalla loro casa al caldo. Il fantastico candidato Premier alle Parlamentarie ha preso 490 click. Il candidato che a sentire tutti i media, è già presidente del consiglio. In realtà non ha alcuna possibilità di diventarlo. Per fortuna. Potremmo rimpiangere Silvio.

E vogliamo parlare dei sondaggi falsi? Tutti naturalmente a sfavore del Pd, come risulta da un documento dell’AgCom.

Cosa vogliamo dire?

Semplicemente una cosa, è vero, questo muro di cemento armato contro il Pd e contro il suo segretario, dà i suoi frutti, non c’è dubbio. Il Pd però rimane ancora l’unico grande partito organizzato e soprattutto l’unico a essere dotato di un corposo team di donne e uomini ipercompetenti.

Il fuoco concentrico a cui è stato sottoposto, per ora lo ha solo scalfito. La scissione ha sì portato via un certo numeri di voti, ma dopo la presentazione di LeU, del suo pseudo-programma e l’invenzione a tavolino del suo leader, molti dei voti usciti dal Pd, al momento si sono diretti verso l’astensionismo e non è detto che non tornino a casa.

Per chiudere, ora sta a noi. Il primo lavoro da fare è smontare la bufala interplanetaria del Pd finito, del Pd in crisi e soprattutto non rimanerne vittime proprio noi.

Buon lavoro.

Articolo originale apparso su Politeca

Letto 9733

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Adriano Amato

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Aggiornato al 31 marzo 2018

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