Lavoro Pubblico: il blog si anima

Alcune considerazioni sull’articolo di Sandra Pagani del 17 marzo

Letto 4464
Lavoro Pubblico: il blog si anima

Ho letto con interesse l’articolo I pubblici dipendenti un volàno per il rilancio del paese e ne condivido l’impostazione a partire dal titolo e dall’occhiello ma, soprattutto, il richiamo alla nostra Costituzione che all’art 98 cita: “I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione”.

Mi accingo, quindi, a fare alcune riflessioni, cominciando con il ricordare anche altri due articoli della Costituzione che riguardano, il primo, l’art. 54, il lavoro pubblico: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”; ed il secondo, l’art. 46, il lavoro in genere: “Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”.

Ricollegandomi all’articolo di Sandra Pagani, credo che solo qualche sparuto sindacalista li riconoscerebbe come il riferimento del suo lavoro! Se volessi fare una battuta direi che in molti hanno sostituito, all’art. 98, il termine “Nazione” con “famiglia” (intesa come tribù/casta).

Per entrate nel merito bisognerebbe accordarci su cosa intendiamo quando parliamo di lavoratrici e lavoratori pubblici. Ci mettiamo i dirigenti, i magistrati, i militari, le forze dell’ordine, i docenti a tutti i livelli, i primari ed i medici, o solamente gli impiegati negli uffici?

Io penso che debbano essere ricompresi tutti e per questo domando: se tutti costoro si sentissero presi in giro con quale animo lavorerebbero?

Non dico che tutti dovrebbero utilizzare il motto dell’Arma dei Carabinieri “Usi ad obbedir tacendo” ma, almeno, ricordare gli articoli della Costituzione che sono stati citati e sui quali fino a qualche tempo fa si prestava giuramento. Ecco, qualcuno si è ribellato all’abolizione di questo momento simbolico?

Ma le lamentele non servono a nulla, e per migliorare la situazione bisogna affrontare le questioni con la consapevolezza del mondo nel quale ci troviamo, partendo dai fatti.

E quali sono i fatti? Sulla P.A. intervengono costantemente ricerche e sondaggi. L’ultimo è quello del CENSIS del 19 marzo nel quale viene ben descritto quale visione ha la Nazione del lavoro pubblico. Se Solo l'1% degli italiani promuove a pieni voti la P.A. un motivo ci dovrà pur essere, e non è certo il “destino cinico e baro”.

Solo con l’esame puntuale di quali siano le cause di questa idea comune possiamo trovare il bandolo della matassa e costruire una P.A. migliore ed al servizio dei cittadini.

Qualche idea la presento negli articoli con intestazione Andare Verso perché ritengo che il sindacato dei lavoratori ha diritto e dovere di entrare nel merito (art. 46 della Costituzione) ma deve essere credibile. E la credibilità si acquisisce con proposte serie e non alimentando campagne di insoddisfazione del calibro populista/demagogico.

E, avendo questo tipo di “corpi intermedi”, l’attuale Governo (da nessun suo esponente ho mai sentito usare il termine “fannulloni”) ha deciso di rivolgersi direttamente ai cittadini chiedendo il loro pensiero attraverso il questionario con i 44 punti.

Erano esaurienti? Probabilmente no. Ma da quelle risposte si è partiti con un decreto legge ed un disegno di legge, ora in discussione in Parlamento, che cercano di porre rimedio ai mali arrecati da 20 anni di disastri. L’ultima riforma seria fu quella di Cassese del 1993.

E’ questa la strada giusta? Molto meglio dei Governi precedenti, ma si può fare di più? Certo!

Termino questa prima parte dell’analisi sul lavoro pubblico rilanciando la palla a Sandra per entrare nel merito dei fatti con puntualità. Non finirà qui, me lo sento.

Naturalmente il dibattito è aperto a tutti coloro che vogliono contribuire sul tema.

024Dati social all'8 febbraio 2016


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Manrico Macilenti

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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