Meglio “sorridenti” che “musi lunghi”

Enzo Puro risponde ad un appello di una certa Bruna Dini, dalemian-bersaniana, che sull’Unità community ha tentato di dare lezioni di democrazia a chi dirige oggi il PD. E gli rinfresca un po’ la memoria sull’epoca Bersani

Letto 6690
Meglio “sorridenti” che “musi lunghi”

In una sua nota la compagna dalemian-bersaniana Bruna Dini fa un appello a quelli che Lei chiama la “tribù dei sorridenti” invitandoli a fermarsi ed a discutere. I sorridenti sarebbero quelli della maggioranza del partito.

Credo nel mio piccolo, come semplice militante del PD, di identificarmi nell’appellativo di “sorridente”. E non perché penso che ci sia in questo nostro paese molto da ridere ma perché penso che le difficoltà si affrontano meglio con il sorriso sulla bocca, dimostrando serenità a chi aspetta da te soluzioni ed iniziative.

Ho fatto parte in passato della “tribù dei musi lunghi”, cioè di quelli che ti parlano con la faccia crucciata, lo sguardo severo, il ditino alzato, che ti fanno sentire il destino del mondo tutte sulle tue spalle e ti parlano solo di disgrazie, sacrifici e problemi.

Mi sono vaccinato dopo aver assistito ad una campagna elettorale demenziale nel 2013 dove il segretario Bersani, che io appoggiavo, ha prima sbagliato un goal a porta vuota, con quella che lui ha chiamato una mezza vittoria, mentre era una sconfitta piena venuta dopo la crisi del Berlusconismo e poi ne ha inanellata una dopo l’altra dalla cattiva gestione del rinnovo della Presidenza della Repubblica alla nomina di Enrico Letta in un governo di larghe intese insieme a Berlusconi.

E da lì sono ripartito all’indietro rivedendo gli errori compiuti sotto la segreteria Bersani (di cui ahimè sono stato sostenitore), dal non aver utilizzato i suoi 3 anni di segreteria per riformare il Partito che è rimasto come lui lo ha trovato se non addirittura peggio (sempre più in mano sui territori a capibastone e capibastoncini) alla esperienza drammatica del governo Monti.

Ed è proprio partendo dall’atteggiamento di Bersani durante il governo Monti che voglio rispondere alla compagna Dini.

Nella parte finale del suo articolo accusa noi “sorridenti” (almeno non ci chiama autistici o malati di mente come il suo compagno di corrente Mineo) di non sapere cosa sia il confronto democratico di cui avremmo timore.

E questa è davvero grossa.

Perché vorrei chiedere alla ineffabile Dini in quale sede è mai stata discussa, ai tempi della segreteria Bersani, la modifica costituzionale che inseriva (sotto dettatura della destra europea) il pareggio di Bilancio in Costituzione. (E non mi risulta che ci fu una grande discussione neanche sulle riforme Fornero dove ricordo un Bersani che timidamente, quasi vergognandosi, pietiva un po’ più di equità, veniva preso a pesci in faccia dal governo e lui si adeguava).

Una modifica, quella del pareggio di bilancio in Costituzione, così dirompente non fu discussa né in Direzione nazionale né nei gruppi Parlamentari.

Come ricorda Orfini tutto fu deciso in un caminetto nello studio della Bindi ed i Parlamentari furono avvisati che dovevano votare sì e basta.

A proposito di sapere cosa sia il confronto democratico!!!!

Al contrario le riforme del governo Renzi sono state lungamente discusse (ed anche modificate dopo queste discussioni) sia in tante Direzioni nazionali che ancora di più nei gruppi Parlamentari.

Non credo quindi che i “sorridenti” possano prendere lezioni di democrazia dai “musi lunghi”.

A meno che la richiesta di discutere ancora (facendo finta di non sapere che se ne discute da tempo) non significhi semplicemente che si deve discutere fino a che le posizioni della minoranza della minoranza non si impongano contro le posizioni della maggioranza.

E quando questi compagni dicono che c’è stata poca discussione non intendono altro che questo. E cioè la discussione può terminare ed una decisione essere presa solo quando la maggioranza si arrende.

Cara compagna Dini non credo che Renzi ed i sorridenti si fermeranno.

Statene certi.

La Dini poi si avventura a parlare addirittura di pericoli di cui sono portatori le riforme istituzionali. Ed è qui che scatta l’appello a fermarci.

La Dini non li elenca questi pericoli ma li conosciamo dalle cose che dicono Bersani ed il senatore normodotato di razza ariana Corradino Mineo.

E sarebbero un premio di maggioranza che consegna un controllo stretto del premier sul Parlamento e sul governo, il controllo del Partito che vince le elezioni sulla nomina dei giudici della Consulta e sul Presidente della Repubblica.

Se fosse così sarebbe davvero terribile.

Ma non è così.

Con l’Italicum il premio è di 340 deputati (di cui 240 eletti con le preferenze) su un totale di 630, e rispetto alla metà più uno ci saranno soltanto 25 deputati in più (che come dice il senatore Tonini sono una piccola pattuglia di vietcong che possono mettere in difficoltà tranquillamente il governo, ammesso che il Partito che vince le elezioni debba avere come obiettivo di mettere in difficoltà il proprio governo).

Per le elezioni del Presidente della Repubblica poi sarà difficile (grazie ad un emendamento della minoranza) eleggerlo come avviene oggi con la maggioranza assoluta dopo un certo numero di scrutini.

Così come non ci sarà nessun controllo della maggioranza sulla elezione dei 5 giudici Costituzionali per i quali rimane il quorum dei 3/5 per la loro nomina.

Quindi non è come dicono i musi lunghi.

Ma io penso che il merito delle questioni c’entri ben poco nelle loro prese di posizione. Sperano solo di cacciare l’invasore, il ragazzo di provincia che gli ha tolto il giocattolino dalle mani.

Sperano solo di cacciare quello che gli ha tolto il potere, quel potere utilizzato in maniera autoreferenziale e che ha portato i Democratici di Sinistra (il mio precedente partito) a contare appena per il 16% nella competizione elettorale.

Io non ho molte certezze in questa fase. Ne ho però una di sicuro.

Non so dire se Renzi sarà il futuro del centrosinistra, se riuscirà a durare ma indipendentemente da questo so che dopo la ramazzata di Renzi nulla sarà per fortuna più come prima e quelli che in passato decidevano tutto (tra cui nel suo piccolo la signora Dini e tutte le groupdies) con quegli atteggiamenti boriosi che ben conosco, come fosse cosa loro, non ritorneranno mai più.

E noi continueremo ad essere serenamente sorridenti.

074Dati social all'8 febbraio 2016


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Enzo Puro

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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