Un esempio concreto di come disinforma la Repubblica

Il solito Sergio Rizzo scrive un articolo pessimo e disinformato su Bagnoli schiacciando i dolorosi problemi di quell'area sulla contemporaneità, ignorando quanto di nuovo fatto dal 2014 ad oggi. Il metodo Expo’ applicato a Bagnoli. I riconoscimenti anche di Luigi De Magistris (non certo un amico di Renzi e Gentiloni). La firma dell’accordo interistituzionale del luglio 2017

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Un esempio concreto di come disinforma la Repubblica

Un altro esempio di come Repubblica compia spesso disinformazione è l’articolo del solito Sergio Rizzo che “informa”, si fa per dire, sugli enormi sprechi avvenuti sul risanamento di Bagnoli.

Lo strumento mediatico è quello della mezza verità e nello schiacciare sulla contemporaneità tutta la lunga e dolorosa storia di quello che era (e speriamo torni ad essere) uno dei luoghi più incantevoli della nostra penisola.

Il titolo “Bagnoli, monumento allo spreco. Spesi 600 milioni, bonifica da rifare. Servono altri soldi” rafforza un frame tipico dell’agenda setting di Repubblica facendo sembrare che le responsabilità sono di tutti anche dei Governi Renzi e Gentiloni.

Quel titolo non tiene conto delle nuove prospettive aperte dalla firma pochi mesi fa del Patto interistituzionale tra Governo, Regione e Comune e questa impressione è data dall’attacco dell’articolo dove si dice “Il risanamento dei 250 ettari martoriati dai veleni, finanziato anche con cospicui contributi europei, prevedeva un complesso con auditorium e centro benessere. Che però non è mai stato collaudato. E ora, mentre l'inquinamento resta alto, per finire i lavori servono altri soldi

I soldi: l’unica cosa che non è mai mancata. Così tanti ce n’erano, per bonificare quei 250 ettari martoriati dai veleni e far rinascere Bagnoli, che si comprò anche una scultura. Una enorme scultura. L’opera commissionata al famoso artista di origini indiane Anish Kapoor avrebbe accolto i visitatori alla Porta del Parco”

Se il signor Rizzo non fosse quel giornalista scandalistico e superficiale che conosciamo e Repubblica il giornale pessimo che è diventato (ed il cambio di formato non sembra aver cambiato la sostanza) avrebbe dovuto fin dal titolo scansionare le diverse fasi della lunga storia del sito di Bagnoli, sottolineandone certamente gli sprechi e ricordando le indagini della magistratura, ma avrebbe dovuto anche ricordare che proprio per questa storia pregressa (usando la stessa metodologia che funzionò con l’EXPO di MIlano) dal 2014 in poi la gestione della Bonifica dell’area è stata commissariata dal governo e che nel patto territoriale con la Regione Campania per gestire i nuovi finanziamenti che Renzi ha dato per la bonifica ci sono meccanismi inflessibili per evitare gli sprechi, a partire dal ruolo fondamentale dato all’ANAC di Cantone.

Ma questo avrebbe significato parlare bene di Matteo Renzi e del suo governo (cosa che come vedrete in seguito fa invece Luigi de Magistris che di Renzi non è certo un estimatore) e per Repubblica sarebbe stato davvero troppo.

Ed allora continuano a fare di tutta l’erba un fascio.

Di seguito, per dimostrare che Rizzo ha scritto un articolo pessimo e disinformato, trovate la sintesi di un pezzo di RaiNews che racconta nei dettagli tutta la vicenda passata e trovate un comunicato di Invitalia del luglio 2017 in cui spiega cosa avverrà in futuro (ed anche la dichiarazione di De Magistris di cui accennavo prima).

ECCO COME RAI NEWS RACCONTAVA NEL 2016 LA STORIA DELLA MANCATA BONIFICA DI BAGNOLI.

Bagnoli è una storia italiana con errori, continui rinvii, soluzioni non trovate. Ma potrebbe ancora andare diversamente per questa periferia di Napoli sotto la collina di Posillipo, di fronte all'isolotto di Nisida, nel cuore dei Campi Flegrei, nella regione che Goethe indicava come "la più meravigliosa del mondo”.

“Abbiamo un commissario straordinario - ha detto oggi il premier Renzi nella conferenza stampa che ha seguito il cdm – dopo venti anni l'operazione Bagnoli è finalmente pronta all'attuazione. Prima un pacchetto di bonifiche, poi, un progetto strategico". Si tratta di "50 milioni pronti già dal 2015”.

Di esempi positivi, a livello mondiale, ce ne sono tanti.

Il primo che viene in mente è quello della città americana di Pittsburg: la "steel city", in cui si produceva la metà dell'acciaio statunitense. Quarant'anni dopo è diventata un modello di urbanistica ecosostenibile.

In Europa, un esempio positivo sono i bacini della Ruhr di cui è simbolo della rinascita la città di Dortmund, capitale europea della cultura nel 2010.

Questi modelli potrebbero ispirare chi è chiamato a decidere il futuro di Bagnoli, con l'Italsider che ha chiuso i battenti ormai da oltre 20 anni.

Nel 1885 il sindaco Nicola Amore inseguiva il sogno di una città-albergo e l'architetto Lamont Young avrebbe da lì a poco progettato, ma mai realizzato, una nuova Venezia con un canale di collegamento con Mergellina.

Poi vennero gli altiforni, i pontili per le navi cariche di carbone. Quindi, con la crisi della siderurgia, il deserto. La crisi e la chiusura.

A partire dal 1969 entrano in crisi lo stabilimento dell'Italsider e quello dell'Eternit. Nel 1985 lo stabilimento Eternit è costretto alla chiusura.

L'Italsider chiude poco dopo il suo altoforno. La Cementir è costretta a riconvertire la sua produzione. L'impianto Italsider chiuderà ufficialmente nel 1992.

Nel 1994 inizia una prima fase di generale dismissione e bonifica dell'area. La colata continua viene smantellata e rivenduta alla Cina, l'altoforno 5 all'India; i forni a calce sono ceduti nel 1997 alla Malesia.

Subito dopo vengono smantellati e rottamati molti altri capannoni, la centrale termoelettrica e le caldaie.

L'inizio della dismissione e della bonifica, nel 1994, viene stabilita da una delibera del CIPE, che finanzia l'operazione per un totale di quasi 400 miliardi di lire. Inizialmente viene individuata l'ILVA in liquidazione il soggetto responsabile della bonifica; successivamente, nel 1996, nasce la Società Bagnoli S.p.a. per l'attuazione dei lavori.

Viene riscontrata nel sottosuolo un'ampia presenza di metalli pesanti (arsenico, piombo, stagno, vanadio, zinco), mentre nelle acque vengo rilevate tracce superiori alla norma di ferro, manganese e idrocarburi.

Nel 2005 vengono demoliti complessivamente 163.277 tonnellate di macchine e 551.383 metri cubi di opere in cemento e muratura.

Nei primi tre anni di attività, tuttavia, la Bagnoli S.p.a. non procede alla velocità prevista e pur smontando la maggior parte dei fabbricati non avvia nemmeno in minima parte l'attesa bonifica dei suoli.

Al termine di sei anni di lavori, finanziati per un totale di 400 miliardi di lire, la bonifica totale è al 30,35% (rispetto all'83% citato dalla Bagnoli S.p.a.) e le operazioni in tal senso si limitano alla sola "messa in sicurezza" della colmata a mare, considerata di estrema pericolosità per la preservazione dell'ambiente marino e litoraneo di Bagnoli; una messa in sicurezza criticata per le procedure messe in atto.

I lavori al rilento della Società Bagnoli S.p.a. convincono intanto il Comune di Napoli a procedere a un'operazione di maggiore impatto: vengono così nel 2001 acquistati in toto gli spazi dell'area ex Italsider ed ex Eternit, con l'eccezione dunque dell'area ex Cementir che resta di proprietà del gruppo Caltagirone.

Diventato proprietario degli spazi su cui dovrà sorgere la Bagnoli Futura, il Comune dà via alle operazioni per la nascita della Società di trasformazione urbana (Stu) prevista dal piano urbanistico esecutivo (Pue) Bagnoli-Coroglio.

La Stu prende il posto della Bagnoli s.p.a. e sarà controllata interamente da capitali comunali, provinciali e regionali. Il 24 aprile 2002 nasce la nuova società "Bagnolifutura s.p.a. società di trasformazione urbana" che subentra alla precedente e assume l'incarico di portare a termine la bonifica dei suoli e la realizzazione definitiva del piano urbanistico. Scopo della Stu è quello di gestire i suoli ora di sua proprietà, bonificarli, edificarli laddove previsto dal Piano con opere pubbliche e quindi vendere i restanti lotti ai privati.

Nel 2005 viene approvato il Piano urbanistico esecutivo di Bagnoli-Coroglio che specifica le trasformazioni da effettuare e le loro modalità. Il Piano prevede il mantenimento di alcuni fabbricati considerati di "archeologia industriale", e in secondo luogo l'individuazione in una Società di Trasformazione Urbana (Stu) dell'ente che attuerà il progetto della Bagnoli Futura.

Al centro della trasformazione di Bagnoli Futura viene posto il progetto di Parco Urbano, per un totale di 160 ettari di cui 33 di spiaggia. Nel luglio 2006 il concorso internazionale per la progettazione preliminare del parco, vede la vittoria di un gruppo di architetti diretto da Francesco Cellini, su un totale di 24 progetti presentati. Nel settembre 2008 la Bagnoli Futura completa la vendita dei suoli dell'area 4 del Pue ("Cocchia") per un totale di 7 ettari e 52 milioni di euro ed avvia le procedure per la realizzazione del Polo tecnologico dell'ambiente, un centro che intende ospitare aziende specializzate nella produzione di servizi eco-friendly.

Nel 2013 il progetto Bagnoli Futura, ormai in crisi, subisce il colpo definitivo. In aprile, le aree dell'ex Italsider e dell'ex Eternit di Bagnoli vengono sequestrate nell'ambito di un'indagine della Procura di Napoli che ipotizza un disastro ambientale.

Iscritti nel registro degli indagati sono ben 21 ex dirigenti di vari enti locali e della società Bagnolifutura. Sono sequestrati tutti i cantieri, nonché il Pontile nord e la Porta del Parco, che alcuni mesi dopo verranno tuttavia riaperti, seppur parzialmente.

Il mese prima, un incendio doloso di cui restano ancora ignoti gli autori distrugge lo Science Centre di Città della Scienza, facendo letteralmente terra bruciata nell'area. Nel corso di quei mesi, inoltre, la struttura dell'Acquario tematico è oggetto di una serie di raid vandalici che distruggono o sottraggono tutte le attrezzature necessarie all'apertura dell'edificio. Anche il cantiere del Parco dello Sport subisce diversi atti vandalici.

Il fallimento di Bagnoli Futura conclude il progetto di recupero e trasformazione dell'area urbana.

Il 29 maggio 2014 il Tribunale di Napoli, considerata l'impossibilità della Stu di pagare i debiti, dichiara il fallimento della Bagnoli Futura, i cui 59 dipendenti in cassa integrazione vengono smistati in altre partecipate del Comune di Napoli”.

QUESTA LA STORIA PREGRESSA. ADESSO IL FUTURO.

Nel luglio 2017, sulla base degli stanziamenti del governo Renzi viene firmato da Governo Regione e Comune (alla fine come detto anche De Magistris riconosce la bontà del Patto e si siede al tavolo) il Patto interistituzionale.

DEL NUOVO PIANO NE PARLA NEI DETTAGLI IL COMUNICATO DI INVITALIA DEL 19 LUGLIO 2017.

(Invitalia è la società a proprietà interamente pubblica che gestisce quasi tutte le agevolazioni dello Stato alle imprese e alle startup innovative e fornisce un supporto tecnico e operativo alla pubblica amministrazione in particolare come al Ministero dello sviluppo economico e provvede all'attuazione degli accordi di programma dei progetti finanziati dall’Unione europea).

Rilancio Bagnoli, firmato l’accordo finale per bonifica e rigenerazione urbana.

“Cinque pagine per rilanciare l’area di Bagnoli-Coroglio. Il documento finale siglato presso la Prefettura del capoluogo partenopeo da Governo, Regione Campania e Comune di Napoli accende definitivamente il semaforo verde al programma di bonifica e di rigenerazione urbana.

Firmatari dell’accordo Claudio De Vincenti, Ministro per la Coesione territoriale e Il Mezzogiorno; Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania e Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, alla presenza del Commissario di Governo, Salvo Nastasi e dell’Amministratore Delegato di Invitalia, Domenico Arcuri.

Per Invitalia, soggetto attuatore del programma nonché stazione appaltante per l’affidamento dei lavori di bonifica ambientale e di realizzazione delle opere infrastrutturali, si apre la fase di piena esecutività, dopo la ratifica definitiva prevista per il 27 luglio a Roma dalla cabina di regia.

La Bagnoli del futuro sarà completata nel 2024 a conclusione degli ultimi interventi di rigenerazione. Prevista la spiaggia pubblica e una nuova linea di costa. Lungo la spiaggia, inoltre, nel salto di quota derivante dalla demolizione della colmata, troveranno posto volumi commerciali mentre lo Science Center di Città della Scienza sarà ricostruito alle spalle di quello esistente. Il progetto prevede anche la demolizione del Circolo Ilva e il recupero e la rifunzionalizzazione dell’ex Archivio e del borgo di Coroglio, con la riqualificazione degli edifici non abusivi. Nell’area ex Eternit sarà realizzato il “Miglio Azzurro” dedicato alla ricerca scientifica e all’applicazione industriale.

L’accordo, infine, oltre a prevedere le singole azioni di rigenerazione e il relativo cronoprogramma di attuazione, contiene la griglia decisionale dell’intero dimensionamento urbanistico basato sul paradigma: “Non un metro cubo in più del Pua, non un metro quadro in meno di verde pubblico”.

DICHIARAZIONE DI CLAUDIO DE VINCENTI: “Dopo 23 anni è ora che sia restituita fino in fondo l’area ai cittadini di Napoli e di Bagnoli e che possa essere un segno forte di rinascita per la città, per la Campania e può diventare un faro per la rinascita del Mezzogiorno”.

DICHIARAZIONE DI LUIGI DE MAGISTRIS SINDACO DI NAPOLI: “Si tratta di un’intesa istituzionale forte, vera e piena di contenuti e di rispetto istituzionale dei ruoli di ognuno di noi, del governo nazionale, del governo regionale e della città. Registriamo che negli ultimi mesi è stato fatto un lavoro importante, franco e costruttivo, nell’interesse finalmente del nostro territorio e dei nostri concittadini. Un risultato non scontato e do atto al Governo di averlo voluto e di averlo finanziato. Senza la bonifica possiamo chiacchierare per cento anni ma non possiamo fare niente”.

DICHIARAZIONE DIVINCENZO DE LUCA, PRESIDENTE REGIONE CAMPANIA: “Entriamo nella fase operativa e ci sono gli elementi per un rilancio dell’intera regione. Esprimo il ringraziamento per il Governo e per la disponibilità dimostrata in questi anni e in particolare per quella finanziaria, senza la quale non avremmo potuto fare il lavoro preparatorio. La grande trasformazione potrà andare avanti in maniera rapida senza ulteriori ostacoli. Condividiamo gli obiettivi sostanziali e funzionali alla rigenerazione, con la riduzione delle volumetrie private e il ripristino della linea di costa”.

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Enzo Puro

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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