La tragica dignità di una sinistra anarco/azionista

In questo articolo provo a spiegare che non c’è cortocircuito tra Democrazia piena e diritto dovere di un governo di essere stabile e non ricattabile. E che di fronte alla forza prepotente dei moderni poteri economici e finanziari extraterritoriali non si può rispondere con l’attendismo delle decisioni politiche. E spiego quando e perché la Democrazia è veramente in pericolo

Letto 7209
La tragica dignità di una sinistra anarco/azionista

Quindi per tanti pezzi di sinistra si ha Democrazia vera quando si creano meccanismi istituzionali per ritardare il più possibile le scelte di chi governa.

Qualcuno è arrivato a dire che preferisce una democrazia dove non governi la maggioranza (Zagrebelsky) qualcun altro che non si deve partecipare alle elezioni per vincere (Carlo Smuraglia).

Altri sognano il ritorno al proporzionale dove chi ci governa viene scelto dopo il voto in infinite trattative tra i Partiti come avveniva in Italia e sta avvenendo oggi in Spagna (D’Alema).

C’è poi chi pensa che la seconda Camera debba essere un contrappeso della prima (Rodotà).

Viene fuori cioè una idea di sinistra anarco/azionista dove la priorità non è il governare bene ma il mettere trappole in giro per impedire che qualcuno governi pienamente.

E’ una cultura confusa e molto diffusa che ha le sue origine in quella “paura del tiranno” che dopo 70 anni di democrazia non ci siamo ancora scrollati di dosso.

E’ una cultura che ha una sua dignità tragica con i suoi officianti ottuagenari emeriti, una cultura per la quale dobbiamo avere rispetto ma che, dobbiamo esserne consapevoli, è fuori dal mondo.

Ma questa non può essere la cultura di una sinistra contemporanea, che si pone il compito di governare e dal governo provare a contrastare quella fine che sembra inarrestabile degli  Stati Nazionali, debilitati dal trasferimento di tanti poteri nell’interregno transnazionale ed extraterritoriale.

Non c’è cortocircuito tra Democrazia piena e diritto dovere di un governo di essere stabile e non ricattabile.

Anzi, essendo le fonti del potere economico e finanziario non più a tiro del potere politico nazionale, è evidente che il rafforzamento della Democrazia passa attraverso la capacità delle Istituzioni e della Politica di saper decidere e di saperlo fare con tempismo, di potere e saper dare risposte veloci alle domande dei singoli e dei gruppi associati.

Ed il pericolo per la tenuta del sistema democratico viene dalla incapacità della Politica di scegliere e quindi di essere autorevole di fronte al popolo.

Fu così in Italia dopo la prima guerra mondiale, fu così dopo Weimar e lo è ancora oggi in maniera più esponenziale rispetto a quei tempi.

Il cittadino non si accontenta di una lunga e bella discussione (in cui è specializzata una certa sinistra assemblearista) ma vuole che la Politica alla fine produca una decisione.

In sostanza di fronte alla forza prepotente dei moderni poteri economici e finanziari extraterritoriali non si può rispondere con l’attendismo delle decisioni politiche, con un Senato che rallenta le decisioni, con la lunghezza delle procedure, con la confusione del prodotto finale frutto di una mediazione al ribasso che svilisce il processo legislativo, frutto come ebbe a dire l’eretico comunista Umberto Terracini, del bicameralismo paritario.

Una democrazia ormai matura deve essere capace di mettere da parte il complesso del tiranno grazie anche alla conservazione degli organismi di garanzia democratica (nella cui lista non rientra certamente il Senato).

Ed una modifica in senso monocamerale con elezione blandamente maggioritaria (altro che ipermaggioritarismo, parliamo di un premio di appena 24 deputati) non mette in pericolo alcunché.

Membri della Consulta e membri laici del CSM potranno essere eletti, come è stato finora, soltanto con il voto delle opposizioni. E a Riforma approvata, contrariamente al passato quando bastava agli ultimi scrutini una maggioranza assoluta, anche il Presidente della Repubblica avrà bisogno del voto obbligatorio delle opposizioni (e Mattarella sarà l’ultimo Presidente eletto con i soli voti della maggioranza di governo).

La Democrazia è inoltre garantita da un sistema giudiziario che non viene toccato e che mantiene la sua completa autonomia dal potere politico (legislativo ed esecutivo).

Ed ancora, a tutela dei valori e dei principi democratici, ci sono le Istituzioni europee con un Parlamento che assumerà sempre più un ruolo importante ed organismi europei, come l’alta corte di giustizia, che sono veri contrappesi agli errori degli Stati nazionali.

In passato era una certa sinistra (non quella predominante nel PCI che anzi veniva accusato di volersi fare Stato) a dichiarare che lo Stato si abbatte e non si cambia.

Oggi, come scrisse magistralmente Tronti qualche anno fa, questo slogan è stato messo in pratica dai poteri finanziari che spazzano il mondo alla ricerca di grandi profitti e che vedono in Stati ed Istituzioni forti solo un ostacolo al loro libero scorazzare.

La sinistra dovrebbe capirlo. Ed invece si attarda in analisi sbagliate. Speriamo solo che il danno che stanno compiendo non sia devastante ed il SI possa vincere al referendum.

Io personalmente mi fermerei qui, non ho voglia di ricominciare tutto daccapo.

Letto 7209

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Enzo Puro

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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