Uno meno uno

Doppio assessore

Letto 5114
Uno meno uno

Lo schieramento anti-olimpiadi è quanto di più trasversale si possa concepire. Conta anche sull’assessore della giunta Raggi Paolo Berdini, che, in un’intervista al Manifesto, si dice infatti contrario al progetto olimpico nella Capitale. Nella stessa giornata, Paolo Berdini è ospite a Radio anch’io e dichiara: “Le Olimpiadi? Un’occasione persa”. Dello schieramento anti-Olimpiadi Berdini è certo il più trasversale. Tanto da essere trasversale anche rispetto a se stesso. Oppure ha preso alla lettera la Raggi quando parlava di “programma pazzesco” (che è l’evoluzione di schizofrenico). Oppure ancora, Berdini è colui che, per il momento, deve immolarsi facendo le funzioni di due assessori, con due pareri opposti. E rilasciando interviste a getto continuo.

La convention di Palermo ha invece cristallizzato alcuni punti fermi del Movimento Cinque Stelle: il direttorio, come sussurrato, viene prontamente allargato. Passa infatti da 5 a 3. Degradati proprio coloro che si erano espressi, o esposti, con toni critici contro la Raggi e Di Maio. Parallelamente al direttorio, la Taverna, più che degradata, sarebbe stata fatta proprio fuori. Allo streaming, alla democrazia che nasce dal web, come se venisse controllata da remoto, si passa al ricordo remoto della democrazia. Con uno e un solo capo, che si è autoproclamato tale. Da “Uno vale uno”, lo scontro al vertice ha partorito “uno meno uno”, in cui tutti cercano di far fuori tutti.

Del rischio dissesto a Roma non si parla, soprattutto per non parlare dell’assessore che non c’è. E, per tappare le tante falle, meglio stare definitivamente zitti su Roma. L’ordine è del capo, che fa le funzioni di capo-idraulico. Preferendo concentrarsi sul dissesto personale di Luigi Di Maio, dopo gli sfondoni a ripetizione, seguiti a quello sulla Muraro. Fa chiarezza Roberta Lombardi, dicendo che “Di Maio non ha un ruolo politico. E’ bravo a comunicare”. In compenso del programma del M5S si sono definitivamente perse le tracce. Secondo Eugenio Scalfari, i grillini in realtà non hanno un programma politico, tranne andare al governo. In fondo poco importa: meglio tumulare un programma che tumulare la leadership di chi è telegenico, ma non ha un ruolo politico.

Altro punto fermo è che non si parla più di un complotto. Una sorta di folgorazione collettiva deve aver portato tutti a sentire male, a leggere male le dichiarazioni (virgolettate). Gli errori di Roma, e non solo, sono stati platealmente riconosciuti. E l’involuzione è in cammino.

Letto 5114

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Ernesto Consolo

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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