Caro Walter Tocci ma che bisogno c’è di raccontare tante bugie, e tutte insieme, sui governi del PD e su Renzi?

In questo articolo rispondo punto per punto ad un articolo dell’ex senatore Walter Tocci che è una summa, un vero bignami dell’antirenzismo militante, infarcito di mezze verità e clamorose bugie. Il tutto per sostenere la necessità di un accordo tra PD e 5 stelle, al netto di ogni considerazione di ogni ademocraticità e amoralità valoriale dei grillini e di Di Maio.

Letto 9281
Caro Walter Tocci ma che bisogno c’è di raccontare tante bugie, e tutte insieme, sui governi del PD e su Renzi?

L’ex senatore Walter Tocci, esponente dispicco del PD romano del passato, ottimo assessore ai trasporti ai tempi del Sindaco Rutelli, sul suo blog e come contributo alla discussione nazionale, scrive un lungo post dove dice tutto ed il contrario di tutto, un post infarcito di mezze verità e clamorose bugie.

E di fronte agli artifici retorici utilizzati da Tocci (che sono comuni ad un certo sinistrismo antirenziano) mi domando come si può continuare a discutere quando uno dei due poli della discussione utilizza a piene mani argomentazioni che sono cliché prestabiliti e senza alcun fondamento.

Si può certo discutere della opportunità del patto del Nazareno ma non si può paragonarlo, come fa Tocci, ad un patto di governo solo per dire “con Berlusconi si e con Di Maio no”.

Il Patto del Nazareno non era un accordo di governo ma solo un patto per le riforme (richiesto a gran voce dal Presidente Napolitano che però oggi ne disconosce la paternità). E Matteo Renzi non ha mai siglato patti di governo con Berlusconi contrariamente a quello che hanno fatto Bersani e Letta. Ed io arrivo anzi a dire che la scelta di Renzi di eleggere Mattarella sapendo di rompere il giorno dopo il patto del Nazareno sulle riforme è stato un grave errore dell’allora premier, senza questo incidente di percorso e con un Presidente come Amato, gradito sia a Berlusconi che a D’Alema, sicuramente il referendum sarebbe stato vinto perché a sostenere il Si ci sarebbe stato un fronte più ampio (ma questo è tutto un altro discorso)

Tocci invece canagliescamente scrive “I dirigenti che oggi sollecitano la rivolta della base contro l'ipotesi di accordo con Di Maio sono gli stessi che non hanno mai sentito l'esigenza di ascoltare gli iscritti prima di stipulare con Berlusconi accordi di governo, patti del Nazareno e sostegni informali nelle votazioni critiche al Senato”.

Ma il meglio della sua confusione politica Walter Tocci lo fornisce quando passa ad analizzare la natura del Movimento 5 stelle definendolo un movimento di centro radicalizzato. Movimenti come quello di Grillo e Casaleggio in tutta Europa sono definiti e combattuti come pericolosi movimenti populisti. Qui da noi Tocci (ma lo aveva fatto già Bersani) lo definisce un movimento di centro.

E si spinge a dire che il PD ed i 5 stelle, in un certo senso, “avrebbero bisogno l'uno dell'altro”.

E parla di un nuovo corso dei 5 stelle che ha visto solo lui, un nuovo corso addirittura “di responsabilità europea e di credibilità di governo”, ed il ruolo del PD, per Tocci, dovrebbe essere quello di corroborare questo nuovo corso con una intesa di governo. Agghiacciante!

Agghiacciante perché Tocci glissa completamente sulla natura ademocratica del movimento dei 5 stelle, glissa sulla mancanza totale di procedure democratiche interne, glissa sul contratto fatto firmare dalla Casaleggio Associati ai propri Parlamentari, per cui chi fa un accordo con i 5 stelle, relata transfer, lo fa anche con una società privata dai lati oscuri.

Agghiacciante perché il riconoscimento di Tocci ad un presunto nuovo corso dei 5 stelle elimina dal dibattito il fatto che Di Maio ha attivato, senza nessuna considerazione valoriale, i due forni della Lega e del PD e non tiene conto che la prima carta che si è giocato (male) è quella dell’accordo con la Lega razzista e xenofoba di Matteo Salvini, ipotesi per ora saltata solo perché Salvini non può e non vuole mollare Berlusconi (e nessuno credo può mettere in discussione il fatto che Salvini sia un pericolo peggiore per il nostro paese di quanto possa essere Forza Italia).

Eppure la amoralità valoriale dei 5 stelle l’ex senatore Tocci l’ha provata sulla sua pelle quando i 5 stelle, dopo un accordo iniziale, votarono contro le Unioni civili oppure quando, in accordo con la destra, affossarono definitivamente lo Ius soli. Di quale nuovo corso parla Walter Tocci?

Il resto dell’articolo poi è una inconsulta e radicale critica alle politiche del governo Renzi fatta con la formula retorica pusillanime del “bene ha fatto Renzi ma…”.

Bene ha fatto Renzi a varare il reddito di inclusione ma lo ha fatto troppo tardi e non coprendo subito l’intera platea. E giù con l’accusa di aver tolto l’IMU ai ricchi, soldi che sarebbero potuti andare a coprire l’intera platea delle povertà. Ancora con questa storia dell’IMU tolta ai ricchi!!! Si può discutere se l’eliminazione della tassa sulla prima casa sia una misura valida ma non perché è una tassa sui ricchi!!! È noto che in Italia oltre l’80% delle famiglie vive in una casa di proprietà e sono queste case che producevano il gettito fiscale maggiore non certo quelle poche case dei pochi ricchi (che tra l’altro sono ricchi perché hanno più di una proprietà immobiliare e dalle seconde case in poi quel patrimonio è iper tassato).

Quella sui tempi poi mi sembra una questione di lana caprina, si è fatto quando si è potuto fare con le risorse disponibili visto il “sentiero stretto” su cui Padoan ha dovuto procedere. Sentiero stretto causato certo dalle regole europee ma anche da quelle clausole di salvaguardia sull’IVA messe dai governi Monti/Bersani e Letta/Bersani per disinnescare le quali ogni anno si debbono trovare risorse pari a 3 volte il gettito dell’IMU.

E poi Tocci passa all’Europa, anche qui scatta il volo pindarico, l’artificio retorico, riconoscendo da un lato gesuiticamente lo sforzo fatto per ampliare i margini di manovra del bilancio ma accusando Renzi poi di aver sprecato quelle risorse per incentivare le imprese (e qui si tiene sul generico, fa sempre tanta sinistra l’accusa di dare i soldi ai padroni!, senza specificare se parla degli iperammortamenti, dell’industria 4.0, della decontribuzione sulle assunzioni a tempo indeterminato o alla eliminazione della componente costo del lavoro dall’IRAP).

Una visione di sinistra preistorica che vede nelle imprese il nemico e non lo strumento fondamentale per creare lavoro e buona occupazione. È vero che l’azione di Draghi è stata importante per la ripresa. Ma è anche vero, come ha sottolineato più volte Padoan. che senza il sostegno alle imprese (universale o mirato) messo in campo dai Governi del PD, vista l’arretratezza strutturale del nostro paese rispetto ad altri nostri partner europei, l’efficacia delle misure della Banca centrale avrebbero sortito meno effetti.

Ed in questo contesto si inserisce un altro falso ideologico, parlando di nuovi posti di lavoro sempre più precari. In sintesi estrema il ragionamento di Tocci è questo: “bene ha fatto Renzi a battersi in Europa per una maggior margine di manovra sul bilancio, ma ha fatto male a finanziare le imprese illudendosi che avrebbero creato lavoro stabile mentre invece i nuovi posti di lavoro sono sempre più precari”.

In due righe la realtà viene capovolta. E sembra che prima del governo Renzi in Italia vigesse il socialismo con l’inesistenza del precariato (grazie naturalmente all’articolo 18 che però Tocci, bontà sua, non cita).

Quando invece la realtà è tutta all’opposto: prima del 2014, conseguenza della crisi globale del 2008, in Italia c’erano più licenziamenti che assunzioni e furono bruciati (insieme ad intere aziende) centinaia di migliaia di posti di lavoro. E le poche assunzioni nuove che si facevano erano per l’80% precarie. Dal 2014 ad oggi invece le nuove assunzioni sono superiori ai licenziamenti e su oltre 1 milioni di posti di lavoro in più oltre 500.000 sono lavori a tempo indeterminato (a cui vanno sommate le tantissime trasformazioni da tempo determinato o da apprendistato in tempo indeterminato). Sono dati Istat e Inps, numeri non smentibili che smentiscono invece la teoria del sinistrismo alla Tocci che parla di posti di lavoro sempre più precari.

Nessuno di noi sostiene naturalmente che tutto questo è sufficiente e che non bisogna fare uno sforzo ulteriore nel far costare strutturalmente il lavoro a tempo di più di quello indeterminato, ma è intellettualmente disonesto basare il proprio ragionamento su affermazioni false come quelle sopra riportate, smentite dai dati oggettivi.

Vi risparmio la parte riferita alla scuola, un settore in cui per la prima volta un governo aumenta le disponibilità finanziaria ed assume decine e decine di migliaia di persone, dopo i tagli della Gelmini. Walter Tocci, dopo aver parlato confusamente della rivoluzione della didattica per il nuovo secolo esprime soddisfazione per la soluzione di quelli che secondo lui erano i due problemi più spinosi della buona scuola e cioè la chiamata dei Presidi ed il sistema dei premi degli insegnanti, soluzione adottata dal governo Gentiloni e che a mio avviso peggiora notevolmente il funzionamento della scuola della autonomia e ridà ai sindacati un potere su cose da cui i sindacati dovrebbero stare lontani (anche qui bontà sua Tocci parla del pericolo di un neoconsociativismo sindacale).

E riesce ad infilarci, in questo compendio dell’antirenzismo militante, anche la solfa generica sulla carenza di investimenti pubblici, solfa anch’essa cara ad una certa vecchia sinistra.

Caro Tocci, non è vero neanche questo e soprattutto, come hanno più volte dimostrato Tommaso Nannicini, Luigi Marattin ed i ministri Delrio e Calenda, il tema del nostro paese non è la massa di finanziamenti messi a disposizione per gli investimenti ma la capacità di spesa del sistema paese.

Ed è sulla capacità di spesa e di sblocco degli investimenti che i governi del PD hanno dato il meglio di loro, basti pensare a quello che Delrio ha definito il piano Marshall per il trasporto pubblico locale o al sistema innovativo dei Patti territoriali che responsabilizza i centri di spesa, sotto il rigido controllo dell’ANAC, arrivando alla attivazione dei poteri sostitutivi o basta pensare alla implementazione della capacità di intervento, grazie alla autorità di missione, dei numerosi fondi destinati al risanamento idrogeologico o al piano per le periferie che per la prima volta teneva insieme risanamento edilizio e intervento sociale (l’abbattimento finanziato delle vele di Scampia ne è solo un esempio ma da Torino a Milano a Bari a Palermo gli esempi sono decine e decine).

Insomma quello di Tocci è una riflessone sciatta, non all’altezza di alcune sue profonde riflessioni ad esempio sul trasporto pubblico di Roma di cui infondo all’articolo troverete un link.

Una riflessione che si conclude nel peggiore dei modi, quando ritornando sul nodo del rapporto con i 5 stelle, fa una affermazione che ha dell’inverosimile, per Tocci il PD dovrebbe fare come fece Moro con i comunisti, li ha imbrigliati con l’intesa riconquistando poi la centralità politica della DC.

A dir la verità Aldo Moro non riuscì a riconquistare nessuna centralità anzi fu ucciso proprio per aver tentato l’intesa. E la centralità la DC di Andreotti e Forlani la ritrovarono, negli anni 80, grazie al golpe di via Fani. E poi che assurdità paragonare Di Maio ed i grillofasci a Berlinguer ed ai comunisti italiani!!! Questa ce la potevi risparmiare, compagno Tocci.

P.S.: Per farmi perdonare da Walter questa mia violenta stroncatura del suo pensiero politico generale vi invito a leggere questo saggio sul Trasporto Pubblico Locale di Roma e sulla crisi dell’ATAC, un saggio straordinario, lucido che fa a cazzotti con la sciatteria dell’articolo pubblicato nel suo blog.

La crisi dell'Atac, le scelte sbagliate e le soluzioni possibili

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Enzo Puro

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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