Vorrei essere Martina, per un giorno

Certo, io non sono Martina, ma se lo fossi, per un giorno, potrei anche divertirmi, pur avendo perso le elezioni!

Letto 6493
Vorrei essere Martina, per un giorno

Se avete ascoltato Martina da Fazio probabilmente vi siete fatti un giudizio discretamente positivo. Se l’è cavata, dai, non è andato così male. E soprattutto non ha fatto la figura dei nostri “minori” (inteso nel senso di membri della minoranza, dove le parole “minori” e “membri” non sono state messe a caso!). Non ha fatto aperture che potessero essere fraintese, non ha dato l’impressione che le dimissioni di Renzi possano valere come “tana libera tutti”, o che per qualche poltrona comoda, noi siamo disposti a tutto. E ha spiegato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che non andiamo in ferie per il resto della legislatura. Di “Aventino” hanno parlato tutti gli altri, ma noi del PD non ci abbiamo mai pensato. Noi siamo per una opposizione seria e costruttiva.

Ma io sono io, e pur non soffrendo di protagonismo, mi sono immedesimato nel bravo Martina, ed ho immaginato una serie di risposte leggermente diverse. Ve le propongo, magari qualcuno che parla a nome del PD potrebbe prendere spunto.

Relativamente all’invito di Di Maio, ad esempio, avrebbe potuto dire:

Mi lasci dire che trovo abbastanza sconcertante che Di Maio rivolga lo stesso invito a collaborare in una maggioranza di Governo sia a noi che alla Lega. Si sa che abbiamo programmi e visioni diametralmente opposte. Visto che quindi stiamo parlando di politica, il Signor Di Maio dovrebbe spiegare a noi, ma soprattutto ai suoi elettori, se intende fare un governo nazional populista, di ispirazione neofascista, critico nei confronti dell’Europa ma simpatizzante verso la la Russia di Putin, ed ostile agli immigrati con accenti fortemente razzisti, o se l’ispirazione del suo Movimento è progressista, riformista, Europeista, incline all’accoglienza. Perché dire che tutti hanno ragione per ottenere i voti da tutti non è una posizione politica, ma una truffa elettorale.

Altra considerazione che io personalmente farei davanti a chiunque, Presidente della Repubblica compreso, è che un invito a collaborare per poter formare una maggioranza politica, presuppone che si dichiari preliminarmente con quali intenzioni si vorrebbe governare. Molto semplicemente, visto che quando hanno chiesto i voti, lo hanno fatto promettendo la cancellazione della Legge Fornero, la cancellazione del Jobs act, della Buona Scuola, dell’obbligatorietà dei vaccini, se queste sono ancora le loro intenzioni, non ha senso chiedere il nostro aiuto. Mentre invece, se riconoscono che quelle Leggi che hanno osteggiato e contestato sono buone, che il reddito di cittadinanza è una bufala elettorale ed il reddito di inclusione approvato dal nostro Governo è quello che può servire al Paese, dovrebbero dichiararlo e dire che si sono sbagliati a votare contro. Ma oltre a mantenere le cose buone fatte, ci dovrebbero spiegare cosa altro vorrebbero realizzare, visto che si fa un Governo per governare e per progredire, non solo per gestire l’ordinaria amministrazione. Per quella c’è già il Governo Gentiloni.

Quindi ci dicessero qual è il loro programma, e lo dicessero anche ai loro elettori, che devono essere informati su come saranno usati i loro voti, in modo che se dovessero essere usati in modo difforme ai motivi per i quali sono stati dati, almeno la prossima volta si potranno regolare.

Alla domanda rivolta da Fazio su Rai1 Domenica 8 Aprile relativa alle Legge elettorale “voi avete proposto e approvato una Legge che, si sapeva, non avrebbe prodotto una maggioranza. Quindi dovreste rendervi disponibili a fare accordi post elettorali”, io risponderei: veda, la Legge elettorale che piaceva al PD è quella che era stata proposta e approvata con combinato disposto della Riforma Costituzionale. Legge che è stata bocciata dalla Consulta, a seguito dell’esito del Referendum. Non avendo abolito il Senato elettivo, la Legge che avevamo proposto non poteva andare più bene. Noi, per dovere istituzionale, abbiamo accettato di approvare una nuova Legge elettorale che desse uniformità per Camera e Senato. E l’abbiamo approvata con l’unica maggioranza Parlamentare che abbiamo trovato. Lungi da noi però affermare che quella sia la “nostra” Legge elettorale. Piuttosto, la domanda la rivolga ai Partiti che hanno incitato a votare NO al Referendum, e chieda loro se, oggi, non sarebbe stato meglio se fosse passato il SI. Avremmo avuto una maggioranza certa che sarebbe uscita dal ballottaggio tra 5Stelle e PD. Ed avremmo risparmiato svariati milioni di Euro che questa legislatura avrebbe potuto dedicare a chi ha più bisogno, alla riduzione delle tasse, ad investimenti, a riduzione del debito pubblico. Quindi, mi spiace, ma la domanda non è per noi.

Ultimo sfizio che mi toglierei, sarebbe davanti al Presidente della Repubblica. Dovesse chiedermi come mai non ci dichiariamo disponibili a cercare un accordo con i 5Stelle, gli risponderei semplicemente che noi parliamo solo con Partiti della Repubblica che rispettano quanto la nostra Costituzione prevede. Quindi, prima di parlare con noi e proporci alleanze questo fantomatico movimento lo si fa diventare Partito, gli si danno le regole democratiche dei partiti, lo si assoggetta ai controlli dello Stato previsti per tutti i partiti e poi possiamo anche sentire cosa hanno da dirci.

Certo, io non sono Martina, ma se lo fossi, per un giorno, potrei anche divertirmi, pur avendo perso le elezioni!

Letto 6493

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Marco Biondi

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Aggiornato al 31 marzo 2018

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